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Lesioni cerebrali e invecchiamento: dopo il contributo al Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.

Lesioni cerebrali e invecchiamento: dopo il contributo al Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.

A Roma nel mese di Novembre la Cooperativa ProgettAzione è stata presente con un contributo sui risultati di una Ricerca sul tema del rapporto tra GCA e ANZIANI. Al Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria  la dott.ssa Maggio ha presentato la sua ricerca sugli aspetti sociali dell’invecchiamento di persone con Lesioni Cerebrali acquisite.
Dai risultati della ricerca su “Lesioni cerebrali e invecchiamento: come contribuire al sostegno delle Gca ” suggerisce che e’ necessario costruire un percorso residenziale specifico anche per questo tipo di pazienti (RSA per GCA) che invecchiano.

Non si deve abbassare la guardia sul tema del rapporto tra gli aspetti sociali delle GCA in riferimento alla popolazione anziana.
Lo Studio della Cooperativa ProgettAzione è nato da un questionario semi strutturato sottoposto ad alcune famiglie i cui pazienti, dal 2011 al 2019, sono stati dimessi per la variabile biologica dell’età; lo strumento è  stato funzionale  per indagare la situazione familiare in seguito alle dimissioni del paziente dalle Strutture riabilitative di ProgetttAzione..
Dalle risposte si sono ricavate le seguenti informazioni:

  • L’80% dei pazienti dimessi sono stati trasferiti in una RSA, il restante 20% è rientrato al domicilio;
  • Il 30% dei pazienti ha mantenuto un andamento costante; il 70% riporta dei peggioramenti comportamentali e cognitivi.
  • Sono state tolte attività logopediche e neuropsicologiche, mantenute attività educative svolte dal 60% dei soggetti e fisioterapiche svolte dell’80% dei soggetti;
  • L’80% delle famiglie riporta che la scelta di RSA è legata ad una maggior vicinanza geografica e quindi ad un’acquisizione di maggiore libertà nella gestione della routine quotidiana;
  • Il 60% famiglie riferisce un cambiamento nella terapia farmacologica, mentre altre non sono a conoscenza di modifiche; anche le famiglie che riferiscono un cambiamento della terapia non sanno, nello specifico, di cosa si tratta.

Il Percorso di cura

Il percorso di “cura” di questi pazienti GCA che invecchiano smette talvolta di fornire garanzia di continuità “di senso” di azioni professionali coerenti con i principi di efficacia, appropriatezza ed efficienza clinica.
La specificità di azione per questo tipo di pazienti perde il senso di azione dopo i 65 anni: con il rischio che non si possa sfruttare appieno il potenziale di recupero del paziente o il mantenimento delle risorse presenti attive. Bisognerebbe chiedersi anche come possa fare il personale che opera in un RSA a gestire pazienti complessi, ma con una loro specificità di intervento e di azione differente da altri tipi di pazienti che invecchiano o che addirittura sono affetti da patologie degenerative. Inoltre, questi pazienti vengono da un’esperienza di seconda (o più) lunga residenzialità.
Il pericolo potrebbe essere quello di utilizzare inutilmente misure di assistenza che potrebbero essere evitate e di attivare danni secondari (soprattutto per coloro che presentano un danno frontale o comunque con aspetti di alterazione nella sfera cognitivo- comportamentale); spesso non vengono proposti interventi quando il paziente potrebbe trarre giovamento da interventi riabilitativi specifici (fisioterapici, logoterapici, neuropsicologici) o che rappresentano un mantenimento necessario. Se è indispensabile che i pazienti ricevano gli interventi appropriati da parte del personale specialistico e nelle strutture adeguate per ogni fase del loro percorso riabilitativo, senza inutili e dannose interruzioni o gravi modifiche degli obiettivi e delle modalità operative, questo deve permanere anche quando un paziente GCA invecchia?

Un percorso residenziale specifico
Per questo è necessario costruire un percorso residenziale specifico anche per questo tipo di pazienti (RSA per GCA) che invecchiano. Questo è il progetto che verra’ attivato a breve presso il Centri della Cooperativa ProgettAzione.
l percorso di “cura” di questi pazienti GCA che invecchiano smette talvolta di fornire garanzia di continuità “di senso” di azioni professionali coerenti con i principi di efficacia, appropriatezza ed efficienza clinica.
La specificità di azione per questo tipo di pazienti perde il senso di azione dopo i 65 anni: con il rischio che non si possa sfruttare appieno il potenziale di recupero del paziente o il mantenimento delle risorse presenti attive. Bisognerebbe chiedersi anche come possa fare il personale che opera in un RSA a gestire pazienti complessi, ma con una loro specificità di intervento e di azione differente da altri tipi di pazienti che invecchiano o che addirittura sono affetti da patologie degenerative. Inoltre, questi pazienti vengono da un’esperienza di seconda (o più) lunga residenzialità.

I Pericoli

Lesioni cerebrali e invecchiamento: come contribuire al sostegno delle Gca? Il pericolo potrebbe essere quello di utilizzare inutilmente misure di assistenza che potrebbero essere evitate e di attivare danni secondari (soprattutto per coloro che presentano un danno frontale o comunque con aspetti di alterazione nella sfera cognitivo- comportamentale); spesso non vengono proposti interventi quando il paziente potrebbe trarre giovamento da interventi riabilitativi specifici (fisioterapici, logoterapici, neuropsicologici) o che rappresentano un mantenimento necessario. Se è indispensabile che i pazienti ricevano gli interventi appropriati da parte del personale specialistico e nelle strutture adeguate per ogni fase del loro percorso riabilitativo, senza inutili e dannose interruzioni o gravi modifiche degli obiettivi e delle modalità operative, questo deve permanere anche quando un paziente GCA invecchia?

Per maggiori pprofondimenti visitare il seguente link:
https://www.sigg.it/

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