112022Dic
Assistenza da remoto all’autonomia abitativa: nuove possibilità con i supporti a distanza

Assistenza da remoto all’autonomia abitativa: nuove possibilità con i supporti a distanza

L’autonomia abitativa è indispensabile per la salute psicologica delle persone con disabilità. Grazie alla domotica è possibile realizzare un’abitazione su misura, con nuovi ausili per persone affette da handicap

Assistenza da remoto all’autonomia abitativa per le persone con disabilità è uno dei traguardi più ambiti ma anche più difficili da realizzare. Grazie all’integrazione con i supporti a distanza ora tutto (molto) è possibile!
Il progetto di una smart home in cui vive un disabile deve porre la massima attenzione nella definizione del quadro delle patologie predominanti.
E’ fondamentale, quindi, in una fase di progettazione, la stretta collaborazione tra il progettista domotico, il system integrator, gli utilizzatori finali, gli specialisti medici ed i familiari. Questi ultimi infatti conoscono le capacità della persona disabile, il suo carattere, l’attitudine ad accogliere i cambiamenti e la propensione ad imparare un nuovo modo di interagire con l’ambiente domestico.

Conoscere le patologie e la loro evoluzione nel tempo, le abilità residue e quelle che potranno essere recuperate in futuro è alla base delle scelte tecnologiche che il progettista di una casa intelligente dovrà fare per stabilire le modalità di controllo dell’abitazione da parte di tutti i suoi occupanti, con handicap e normodotati.

Una persona tetraplegica o allettata avrà difficoltà o sarà impossibilitata a premere dei pulsanti a parete: puntatori oculari, comandi ergonomici ad asta o a soffio, pulsanti sensibili e joystick potrebbero essere la soluzione ideale, unitamente alla modalità di controllo vocale. Un audioleso potrebbe essere informato che è in corso una chiamata videocitofonica o che il televisore è acceso nella stanza accanto tramite l’accensione di specifiche icone di segnalazione su un touch panel posto in ogni stanza.

Di quali ausili domotici ha davvero bisogno un disabile?

Il progetto domotico di un’abitazione in cui convivono persone disabili e normodotati dovrà rispondere al requisito di inclusività. La home automation è lo strumento che, assecondando in modo intelligente le abilità di ciascuno, elimina le barriere architettoniche e funzionali dell’ambiente domestico consentendo a tutti i componenti della famiglia di interagire con esso nella massima autonomia possibile.
Una volta che si sono definiti il quadro patologico e le sue evoluzioni, quindi, il progettista domotico insieme al system integrator vanno a svolgere il ruolo di consulenti tecnologici a supporto del cliente e degli specialisti medici proponendo prodotti, sistemi e soluzioni che potrebbero agevolare l’interazione del disabile con la casa intelligente. La scelta degli ausili tecnologici da adottare sarà effettuata di concerto tra tutte le figure coinvolte, tenendo inoltre in considerazione la capacità della persona di muoversi in modo più o meno indipendente fuori della propria abitazione, nel contesto urbano.

Assistenza da remoto all’autonomia abitativa

Una casa troppo “domotizzata” può compromettere l’autonomia del disabile?

E’ molto importante dosare correttamente la quantità e la tipologia di aiuti tecnologici, evitando di strafare. “Domotizzare” tutto quanto è “domotizzabile” non sempre sarà l’approccio migliore per il destinatario dell’intervento. Potrebbe addirittura rivelarsi controproducente.
Una casa esageratamente smart richiede, in primo luogo, una fase di apprendimento del suo funzionamento che può risultare ostica per alcuni. Inoltre, si può generare il cosiddetto effetto bomboniera per cui, un ambiente domestico ovattato e totalmente automatizzato, può scoraggiare il disabile a lasciarlo anche solo per il tempo di una passeggiata poiché sa che, fuori dalla porta, dovrebbe confrontarsi con un mondo privo degli ausili intelligenti a cui si è abituato e che lo supportano in ogni evenienza.
Un altro aspetto da considerare è che non esiste una formula generale che stabilisce quali ausili domotici devono essere presenti nell’abitazione in cui vive una persona con handicap.

Quali difficoltà si incontrano nella realizzazione di una smart home per l’utenza disabile?

Assistenza da remoto all’autonomia abitativa. Un aspetto estremamente delicato nella realizzazione di una smart home per l’utenza disabile riguarda la scelta dei sistemi di comando degli impianti: luci, automazioni, sistemi di sicurezza, climatizzazione, ecc.
I prodotti disponibili sul mercato, sono in massima parte destinati ad un’utenza di massa e le soluzioni di home automation specifiche per la disabilità risultano ancora piuttosto rare. Così capita di doversi ingegnare, apportando modifiche ai sistemi da gestire con la domotica affinché possano rispondere alle specificità di quella patologia o disabilità. Fortunatamente in genere le aziende produttrici si rendono disponibili a personalizzare i propri prodotti.
Il progettista domotico e l’integratore di sistemi mettono a disposizione le proprie competenze proponendo alternative tecnologiche validamente applicabili al contesto degli handicap nel quale è spesso necessario ingegnarsi per sopperire all’ indisponibilità di dispositivi ergonomici per il controllo della casa.

L’obiettivo da perseguire non deve essere necessariamente la completa automazione della casa: il giusto compromesso tra ausili tecnologici e spinta al mantenimento o al miglioramento delle abilità residue del disabile porta la persona a vivere in modo più indipendente e autoresponsabile, allontanando il rischio di autoemarginazione causato dall’eccessivo comfort domestico.

Per maggiori informazioni consultare i seguenti link:
https://www.openinnovation.regione.lombardia.it/it/news/news/6962/iot-tecnologie-emergenti-e-dati-per-le-valutazioni-di-impatto-dei-prog
https://www.traumacranico.net/sostegni-allabitare-online/

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